martedì 18 febbraio 2014

Sostenibilità e offerta didattica: un nuovo insegnamento presso l'Università degli Studi di Siena

E' opinione comune, nell'ambito del dibattito globale riguardante il perseguimento di uno sviluppo sostenibile, che la complessità e la multidisciplinarietà delle questioni trattate impongano (oggi più che mai) un ripensamento in senso critico del sistema dell'educazione, ed in particolare di quella superiore, ai fini di una formazione delle nuove generazioni che ad esse fornisca gli strumenti conoscitivi ed applicativi necessari per affrontare le inedite sfide ambientali e sociali del nostro antropocene. Laddove il concetto di sostenibilità (e la definizione di politiche, tecnologie, processi con esso coerenti) appariva, fino a qualche anno fa, come esclusivo di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, oggi si comprende infatti che, fino al momento in cui tale concetto non sarà incorporato nella società ed assimilato dall'opinione pubblica e dal modello produttivo, un cambiamento di rotta risulterà impossibile.

In questa prospettiva, dunque, il ruolo delle Università si rivela fondamentale. E' un ruolo che viene sempre più enfatizzato da progetti internazionali, quali ad esempio il progetto delle Nazioni Unite UN SDSN, e network come la Copernicus Alliance, che nell'ambito della conferenza di Rio+20 ha lanciato un People's Sustainability Treaty on Higher Education; un ruolo, soprattutto, che deve stimolare grande attenzione al tema dell'offerta didattica, puntando sulla promozione di insegnamenti dedicati allo sviluppo sostenibile ed alle sue molteplici dimensioni. 

L'Università degli Studi di Siena, che proprio del progetto UN SDSN, lanciato dal Segretario Generale Ban Ki-Moon e diretto dall'economista Jeffrey D. Sachs, recentemente è stata individuata quale Centro di Coordinamento per l'Area del Mediterraneo (il c.d. MED Solutions), ha in questo senso deciso di fornire ai suoi studenti, a partire dall'anno accademico 2013/2014, un nuovo insegnamento assolutamente innovativo nel panorama universitario italiano, accessibile da tutti i corsi di studio (sotto forma di crediti liberi) ed aperto anche agli esterni, teso a fornire competenze di base sia dei principi e delle dimensioni della sostenibilità sia degli strumenti utili per operare in contesti professionali e di studio con adeguate capacità in materia di sviluppo sostenibile.

Il corso, denominato 'Sostenibilità', partirà il 7 marzo e si comporrà di 24 seminari che vedranno la partecipazione, oltre che del prof. Simone Bastianoni (cui è stata affidato l'insegnamento) e di altri docenti dell'ateneo, di esperti delle varie discipline, attraverso un approccio trandisciplinare (necessario, come già considerato, per affrontare un tema di implicazioni tanto vaste) che coniugherà aspetti ambientali, economici, giuridici, energetici, urbanistici, sociologici.

Si tratta, ovviamente, di un primo passo in questa ricerca di un'integrazione più profonda tra contesto accademico e sostenibilità (è possibile, peraltro, che in futuro si cerchi di rendere il corso obbligatorio per tutti gli studenti); tuttavia, esso può già adesso rappresentare un esempio da seguire per le altre Università, laddove si consideri che formare i giovani al tema dell'innovazione, in senso sostenibile, dell'economia, delle policies e più in generale della società, significa accrescere la funzione (ed il prestigio) dell'educazione superiore stessa come strumento di empowerment professionale ed al contempo stimolarne un rilancio sotto forma di 'finestra sul reale' attraverso la quale gli studenti si possano di nuovo aprire al mondo ed alle sue sfide più attuali e concrete.

Per informazioni e per iscriversi all'insegnamento, visitare il sito del DSFTA dell'Università degli Studi di Siena o la pagina dedicata su UniSi.it.

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